La Shoah a scuola è un argomento delicato e da trattare con le dovute attenzioni. Narrare un evento così atroce e sconvolgente a ragazzi in giovane età non è un compito facile, ma si può (e si deve) fare. L’importante è identificare e mettere in atto gli approcci migliori possibili.
Il racconto e l’approfondimento della Shoah a scuola è stato promosso e incoraggiato dal Parlamento Italiano con la legge n. 211 del 20 luglio del 2000. Questa legge riconosce il 27 Gennaio, giorno della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, come Giornata della Memoria. Nell’articolo 2 si legge:
“sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico e oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”
La grande sfida da affrontare è quella di proporre l’argomento nella maniera più adeguata all’età e alla sensibilità degli studenti. Questi dovrebbero essere coinvolti e accompagnati in una comprensione costruita attraverso l’apporto e l’interconnessione di più saperi e discipline.
(Noi quest’anno proponiamo il docufilm “Lo scudo dell’altro”.)
Qual è l’approccio migliore?
Se l’indispensabile narrazione dei fatti storici è la base da cui partire, l’approfondimento degli accadimenti non può che essere un gancio per riflessioni di carattere etico, morale e intellettuale. Questi aspetti dovrebbero essere presentati in un contesto attuale e percepito più vicino alla nostra modernità.
Approfondire il passato, scomporlo e comprenderlo, aiuta ad affrontare e costruire il presente attraverso il confronto fra diverse generazioni e la condivisione di valori.
Insegnare Shoah a scuola significa anche dover affrontare una conoscenza parziale dei ragazzi, costruita soprattutto sulla base di quello che “hanno sentito”. Molto spesso questo vuol dire anche scardinare convinzioni e pregiudizi sull’argomento.
Ci viene in soccorso Clotilde Pontecorvo, Professoressa emerita di Psicologia dell’educazione alla “Sapienza” di Roma, che, intervenendo su portale scuoalememoria.it, ci elenca una serie di buone pratiche per parlare di Olocausto ai ragazzi. Noi le abbiamo rielaborate e riassunte in 5 punti.
Ecco i 5 consigli per parlare di Shoah a scuola:
- Evitare la rappresentazione troppo realistica del dolore ed elementi troppo dettagliati che potrebbero turbare i ragazzi. È preferibile che i racconti degli eventi siano proposti attraverso rappresentazioni mediate (musei, presentazioni, docufiction, rappresentazioni teatrali etc)
- Parlare di Shoah a scuola non può prescindere dal coinvolgimento dei genitori e delle famiglie in generale, che dovrebbero essere coinvolte e integrate nei progetti. Questo favorisce la sensibilizzazione di tutto il nucleo familiare e dunque un coinvolgimento maggiore dei ragazzi.
- Riportare in un contesto moderno gli aspetti più rappresentativi dell’olocausto (discriminazione, razzismo, pregiudizio etc), Ciò favorisce il processo di identificazione e riconoscimento di dinamiche e vicende che hanno a che fare con il concetto di “diversità” e le sue conseguenze.
- Dare la possibilità ai ragazzi di esprimere qualsiasi tipo di dubbio o perplessità, favorendo il confronto e il dialogo, facendo emergere domande e cercando risposte.
- Approfondire e rafforzare il concetto di memoria, partendo dal suo significato letterale in maniera decontestualizzata, per poi applicarlo ad ambiti specifici e personali, fino ad arrivare al concetto di memoria collettiva e condivisa.
Se vuoi raccontare qualche attività o esperienza che hai vissuto organizzato a proposito di Shoah a scuola, fallo con un commento.
Noi Siamo davvero orgogliosi, in occasione della Giornata della Memoria, di presentare sul nostro portale un bellissimo docufilm, “Lo scudo dell’altro”, realizzato dagli amici di Senape Production. Si tratta di una storia vera, quella di Don Armando Alessandrini e Don Francesco Antonioli (Giusti tra le Nazioni) che nel 1943, durante i rastrellamenti nazifascisti, salvarono la vita di 70 ragazzi ebrei, dando loro rifugio nell’Istituto Salesiano Pio XI di Roma. Una storia che racconta di baluardi di giustizia e umanità, che nascosti agli onori della cronaca del tempo, fanno ancora riflettere su quanto può davvero fare l’uomo: scegliere di agire. La Shoah a scuola si racconta anche così.
Clicca sull’immagine per vedere il trailer del docufilm
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