Le donne di William Shakespeare sono talmente curate, profonde e vere che una tra le innumerevoli leggende legate alla vita di William Shakespeare ipotizza che in realtà il Bardo fosse una donna e che abbia scritto le sue opere sotto pseudonimo. Virginia Woolf invece ha scritto della possibilità che Shakespeare avesse una sorella che lo aiutò nella creazione del suo universo femminile.
Quel che è senza dubbio vero è che il nostro amato Will ha una straordinaria capacità: quella di dare vita e corpo ai suoi personaggi, regalando loro una tridimensionalità psicologica del tutto innovativa per i suoi tempi, ed è per questo che a distanza di centinaia di anni riusciamo a emozionarci ancora, gioire e soffrire insieme a loro.
Nonostante in epoca elisabettiana i ruoli femminili in scena fossero affidati ad attori maschi, dalla penna di Shakespeare nascono personaggi femminili che hanno spesso un ruolo centrale, decisivo e tutt’altro che marginale.
Analizzando le sue opere troviamo praticamente ogni genere di donna: romantica, forte, debole, avida, perversa, onesta. Le donne di Shakespaere sono tantissime, ne abbiamo identificato alcune caratteristiche significative.
1 – La donna Romantica
L’eroina per eccellenza dell’amore romantico, personaggio femminile per antonomasia di tutta la produzione letteraria del nostro autore: un posto d’onore tra i ruoli femminili del teatro di tutti i tempi non può che essere affidato Giulietta Capuleti.
Simbolo dell’amore puro, nonostante i suoi quattordici anni, Giulietta è disposta a tutto pur di vivere la sua storia d’amore con Romeo, pronta a sposarsi in segreto, a ingannare tutta la sua famiglia, a fingersi morta: la consideriamo davvero così ingenua? Tutta apparenza!
“Piuttosto di farmi sposare Paride, ordinami di saltare giù da questa torre, o di camminare per una via infestata dai briganti; nascondimi in un covo di serpenti o incatenami fra leoni ruggenti. Rinchiudimi di notte in un sepolcro sotto scricchiolanti ossa di morti, sotto putride membra e teschi sganasciati o fammi entrare viva in una tomba appena scavata, accanto al cadavere. A udire queste cose avrei tremato, ma ora io le farò senza esitare pur di rimanere la sposa immacolata del mio dolce amore.”
Giulietta, Scena Prima, Quarto Atto.
2 – La donna spietata
Un altro personaggio femminile cardine della produzione di Shakespeare è Lady Macbeth nel dramma scozzese. Simbolo della donna senza scrupoli, assetata di potere e di sangue, avida, che, interpretando la profezia delle streghe (altre figure femminili dell’opera) porta il marito a uccidere Re Duncan e a dare inizio alla tragedia per come la conosciamo. Lady Macbeth si lancia in un assalto emotivo mirato che offende, umilia e scuote il marito: in soli dieci versi, riesce a mettere in dubbio persino la sua virilità. L’orgoglio maschile ha la meglio portando alla replica:
“Io oso fare, tutto ciò che può essere degno di uomo”.
Ingegnosa è dir poco!
3 – L’ingenua
L’ingenuità per antonomasia: Desdemona, in Otello. Figura chiave della tragedia, è su di lei che si abbatte il sentimento chiave di tutta l’opera: la gelosia. Desdemona è pura e innocente e subisce il capitolarsi degli eventi, suo malgrado, inconsapevolmente. A ben vedere, però, non la caratterizza solo l’ingenuità, ma anche la forza e la passione, che dimostra sposandosi in segreto con il Moro, venendo meno alle regole del padre. Un’altra volta un personaggio poliedrico, ricco di sfaccettature, complesso e molto attuale.
4 – La ribelle
Fra le donne di Shakespeare quella che più possiamo considerare ribelle è Caterina nella Bisbetica Domata. Oggi ci sono attrici che rifiuterebbero il ruolo di Caterina, altre che invece potrebbero inserirla tra i personaggi più interessanti delle prime produzioni. Shakespeare scrive riflettendo il suo tempo, e molti “strumenti” che descrive per domare una bisbetica forse oggi offenderebbero più che divertire. Bastava sfidare l’opinione di un uomo per essere definita bisbetica, ma anche parlare troppo o essere sessualmente promiscua. A quell’epoca le punizioni previste per il fatto di essere “scontrose” erano davvero brutali. Tra queste un dispositivo metallico chiamato briglia della brontolona, una sorta di museruola con una piastra di metallo che serviva per tenere giù la lingua. Caterina viene addomesticata da Petruccio anche se la fine della commedia è abbastanza controversa: nei vari adattamenti, a volte i due escono di scena tenendosi sotto braccio, a volte si guardano in cagnesco in un silenzio ricco di tensione.
5 – La debole
Chiudiamo la carrellata di personaggi femminili di Shakespeare con Ofelia in Amleto, simbolo della donna debole.
Il suo è davvero un ruolo puro e sicuramente nel dramma dei drammi è l’unico a mantenere questa caratteristica. La sua anima incontaminata comincia a turbarsi quando scopre di essere usata per capire cosa sta passando per la testa di Amleto e mentre sono tutti nascosti a origliare, il principe le mostra la sua crudeltà. Un escalation di turbamenti la porta alla follia e quando viene a sapere che il padre è morto proprio per mano del giovane Amleto, cade nel fiume e muore annegata. Sarà proprio questo evento a dare la svolta alla storia, conducendola inevitabilmente verso la tragedia.
Quelle che abbiamo citato sono solo alcune delle donne di William Shakespeare. Come possiamo facilmente notare è un mondo di personaggi al femminile immortali, che sono al centro delle dinamiche di quelle che sono tra le opere più belle mai scritte nella storia.
Sarebbe un onore rappresentarle in scena e una vera e propria sfida data la loro grandezza e complessità.
Mariadele Attanasio
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